Qualche anno fa, durante la presentazione di un libro, il moderatore dell’evento iniziò a fare dei discorsi sulle teorie di Jung che mi sembravano del tutto errati. Una rivisitazione degli archetipi parecchio distante dal pensiero dello psicoanalista svizzero. Mi guardai intorno, e nella sala la gente annuiva, ogni tanto azzardava un applauso. Più passavano i minuti, più iniziavo ad accettare quelle parole. D’altronde lui era laureato in psicologia, io no. E di certo gli spettatori ne sapevano più di me, ero convinto che ci fosse anche qualche accademico tra il pubblico. Finita la presentazione, l’applauso che si levò fu parecchio...
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