Con la scusa dell’ironia abbiamo legittimato la televisione trash

Quando ero bambina capitava spesso che guardassi Uomini e Donne di nascosto. All’epoca erano gli anni gloriosi di Costantino Vitagliano e Daniele Interrante – poi impegnati a cimentarsi anche nella settima arte – e per genitori mediamente apprensivi come erano i miei il fatto che potessi passare delle ore ipnotizzata davanti a quell’alone patinato e azzurrino degli studi Mediaset era a dir poco inconcepibile. E così, non appena qualcuno entrava nella stanza della televisione, cambiavo subito canale, sperando che da fuori non si fosse sentito quel famoso jingle incalzante che ancora accompagna la discesa dei gradini dell’amore. Quindici anni fa questo genere di programma televisivo veniva definito “spazzatura”, un calco dall’inglese che oggi si tende a non tradurre più e a lasciare nella sua forma anglosassone molto più diretta, “trash”. Costantino Vitagliano non è più un tronista di Uomini e Donne ma la trasmissione continua a esistere, più in forma che mai, e la sua connotazione bassa, quella che mi impediva di guardarlo liberamente senza sentirmi in colpa, non solo c’è ancora, ma è diventata proprio il suo punto di forza. Mentre quindici anni fa, però, a dividere le persone che si reputano mediamente colte e il “popolino” c’era un fitto strato di pudore, oggi al contrario quell’imbarazzo si è sublimato in un orgoglio sbandierato. Il trash in TV non è più un guilty pleasure da guardare di nascosto, telecomando alla mano e orecchio teso verso la porta, ma un piacere manifestato e soprattutto condiviso.

Costantino Vitagliano

La ragione per cui è avvenuto questo spostamento di senso all’interno di un genere televisivo così fortemente determinato dalle sue caratteristiche triviali è molto facile da intuire: è arrivato internet, e con lui è esplosa la moda dell’ironia, fino a imporsi come filtro interpretativo di qualsiasi realtà. L’ironia, come è ben noto ormai, ha spalancato i cancelli della pudicizia e ci ha fornito una scusa plausibile per guardare, ascoltare e leggere qualsiasi cosa, basta che lo si faccia per ridere. Gli Eiffel65 e Gigi D’Agostino, se durante l’adolescenza erano colonna sonora delle giostre al lungomare, oggi sono i pilastri della musica che fa ridere, e quindi si può apprezzare, proprio per la sua esagerazione tamarra. Jerry Calà è un personaggio da rivalutare per la sua inconsapevole comicità di rimando – è divertente perché è divertente dire che è divertente, una matrioska della comicità – e i Cinepanettoni sono dei piccoli capolavori da cineclub. Si è creata online una vera e propria comunità di intenditori del genere, una sorta di circolo letterario dove fioccano gif, meme e qualsiasi variante del prodotto originario, come canzoni che si basano sulla musicalità di certi tormentoni virali. Le pagine che hanno nel loro nome la parola “trash” fioccano e hanno enormi seguiti: Trash Italiano conta su Instagram più di 900 mila follower, Ghetto Trash 261 mila e tutta una lunghissima sfilza di altri account simili – Trash.mania, Infotrash24, Startrash, Trashbiccis, Trash Camalow, Trash (l’ansia), Indifferenza Astrale e molte altre ancora.

Jerry Calà

Il pubblico della televisione spazzatura, dunque, ha trovato tutto l’appoggio di cui aveva bisogno in una solidarietà confortante, coma a dire che se siamo così tanti ad avere la passione per questo genere di intrattenimento, qualcosa vorrà pur significare. E così, si ergono dei miti e se ne abbattono degli altri, si crea un linguaggio condiviso e soprattutto si sta al passo con la copiosa produzione che la TV italiana, specialmente quella privata, offre. Tra tutti i protagonisti di questo filone non c’è dubbio su chi abbia in testa la corona: Maria De Filippi è la regina indiscussa, “la queen”, colei che tutto crea e tutto distrugge. Le sue trasmissioni continuano non solo ad avere un enorme successo, ma anche a rimanere praticamente sempre uguali a loro stesse negli anni senza affondare quasi mai. Può cambiare la variabile umana che le compone, ma la struttura è pressoché invariata da vent’anni, e l’avvento del suo format più recente, Temptation Island, ha confermato che la sua ricetta di molti sentimenti e pochi filtri è imbattibile. Ma la cosa più interessante è che si è instaurato un vero e proprio dialogo tra la realtà online e quella della televisione, come se ci fosse una catena di rimandi che parte dalla trasmissione, arriva al tanto citato “popolo del web” e ritorna al suo mittente con una nuova forma, quella “memetica”. Valeria Marini cita il suo stesso tormentone durante una puntata di Temptation Island Vip, così come l’ex concorrente del trono over di Uomini e Donne Sossio Aruta ripropone il suo balletto virale.

Maria De Filippi

La fruizione stessa del prodotto trash ha in questo modo raddoppiato il suo fine: non solo essere un argomento di discussione tra gli appassionati, ma anche diventare una miniera di materiale grezzo per internet. Guardare una puntata del Grande Fratello Vip diventa un’esperienza che non rimane vincolata solo a quel preciso momento, ma una sorta di sfida a chi trova l’espressione facciale migliore per la prossima gif. E così ogni edizione ha il suo eroe eletto dalla giuria popolare online, un personaggio che accresce ulteriormente la fidelizzazione del pubblico alla trasmissione, fino addirittura a creare una sorta di nostalgia per le stagioni migliori. Quello che sta succedendo adesso con Ivan Cattaneo durante l’attuale Grande Fratello Vip ne è un esempio lampante: l’anno scorso, infatti, Cristiano Malgioglio aveva fornito al pubblico di questo show televisivo una scorta infinita di meme, frasi virali, video da condividere e sotto cui taggare amici, mentre Cattaneo – che dovrebbe essere l’erede di Malgioglio in quanto etichettato come “personaggio omosessuale eccentrico”, una caratterizzazione ormai immancabile in questo genere televisivo – delude i fan della trasmissione che rimpiangono i tempi d’oro che furono. Tanto centrale la figura del paroliere di Ramacca da farlo addirittura correre in soccorso di questa edizione del Grande Fratello Vip che non è decollata come si sperava.

Cristiano Malgioglio

Insieme a Cristiano Malgioglio, tanti altri personaggi del trash popolano il firmamento di questo fandom insaziabile, sempre alla ricerca di una perla da riproporre all’infinito. Nelle varie edizioni di Temptation Island, sia in forma classica che in rivisitazione “vip”, ad esempio, ci sono miniere da cui attingere per aumentare il vocabolario idiosincratico di questa comunità. C’è stato il recente exploit di Valeria Marini, basato interamente sull’innegabile comicità innata di questo personaggio televisivo che ben si presta anche ad altre forme mediatiche; ci sono stati momenti succulenti di imbarazzo tra Simona Ventura, che si trovava a consolare con frecciatine varie la nuova fidanzata ventenne dell’ex marito Stefano Bettarini; c’è stato il triangolo tra l’ex tronista Andrea Cerioli, Alessandra Sgolastra e l’ex fidanzato Andrea Zenga, fortemente supportato dal pubblico femminile che incitava la ragazza a non farsi indietro davanti a un’occasione simile.

Valeria Marini

Persino Chiara Ferragni – personaggio molto apprezzato nell’universo del trash nonostante non ne abbia le connotazioni più pure – ha condiviso più volte la sua passione per la trasmissione Mediaset, alzando di altri mille punti il fattore identificazione e solidarietà nel pubblico. Ma la solidarietà e l’unione di chi si perde nel mondo del trash attinge anche da un’altra sua caratteristica molto al passo con le esigenze contemporanee di chi guarda la TV: se un tempo infatti bastava sintonizzarsi su qualsiasi trasmissione per trovarsi davanti belle donne seminude, oggi forse l’elemento più innovativo è che c’è anche una grande attenzione per i gusti del pubblico femminile, che costituisce il target più consistente di questi programmi. Una misura che si traduce nella sovrabbondanza di fustacchioni a torso nudo che attirano l’attenzione della donna moderna, una donna che non teme certo di essere additata come una poco di buono se si concede dei commenti degni di un’officina con il calendario Max di Manuela Arcuri appeso in bella vista.

Chiara Ferragni

Il fatto che la televisione spazzatura sia quasi sempre esistita è chiaro, il motivo per cui sia necessario metterle addosso un’etichetta che la legittimi anche. Questo genere di TV ha in sé una serie di elementi che la rendono accattivante e ipnotica, e non è certo solo una questione di risate e gif. Che si tratti de L’isola dei famosi o del più raffinato Pechino Express, fino al classico per eccellenza della televisione trash Uomini e Donne, tutte queste trasmissioni hanno in comune l’idea di mettere in scena la realtà, artefatta e pilotata che sia. Farsi i fatti degli altri, che ci piaccia o meno, che lo chiamiamo TV trash o meno, è una pratica che attrae. Le coppie che decidono di prestarsi a quella tortura mediatica che è Temptation Island o i vari tronisti che si lanciano nella caccia al tesoro per l’anima gemella – rimediandoci anche una bella dose di popolarità e, presumibilmente, di denaro – mettono in scena nient’altro che la banale realtà della vita di tutti: la gelosia, le liti, i lacrimoni, i flirt. Certo, capita spesso che queste cose facciano anche ridere – perché le dinamiche umane viste da fuori sono nella maggior parte dei casi ridicole – ma non è che se metti le mani avanti dicendo che ti sei sparato tre ore di falò con Simona Ventura per ridere, allora nobiliti la tua curiosità con l’ironia. Affermare che la televisione di questo tipo non dovrebbe esistere apre un dibattito complesso sulla legittimità dell’intrattenimento “basso”, ma mascherarne la natura grossolana con una rivisitazione ironica non è molto onesto. Piuttosto, bisognerebbe avere la faccia tosta di dire che sì, guardo il Grande Fratello perché mi piace vedere persone che si azzuffano, mi piace farmi i fatti di gente che non conosco senza per forza dover cambiare canale al primo rumore sospetto per paura di essere beccati davanti a un’invettiva di Tina Cipollari. Pararsi il culo con la scusa dell’ironia è una pratica che ormai dovrebbe essere passata di moda, avere il coraggio di ascoltare Gigi D’Agostino senza vergogna è molto più dignitoso di nascondersi dietro un dito.

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