Le richieste di aiuto delle donne ai centri antiviolenza sono aumentate del 75% in un mese

Secondo i dati raccolti dalla rete di centri antiviolenza D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, 2867 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza dall’inizio del lockdown, con un incremento del 74,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo Paola Sdao, che con Sigrid Pisanu cura la rilevazione statistica annuale della rete D.i.Re, si tratta di “un dato che conferma quanto la convivenza forzata abbia ulteriormente esacerbato situazioni di violenza che le donne stavano vivendo”.

A preoccupare è il calo delle nuove richieste, solo il 28% del totale, rispetto alla media del 78% dello scorso anno. Come già notato nei primi giorni del lockdown, molte donne che si trovano per la prima volta in situazioni di violenza non sanno come rivolgersi ai centri, soprattutto ora che gli sportelli sono chiusi. Infatti – evidenzia la rilevazione D.i.Re – solo il 3,5% delle richieste arriva dal numero istituzionale antiviolenza 1522.

Al momento, i centri antiviolenza vivono ancora un momento di grande difficoltà a causa della mancanza di fondi. Non sono stati infatti sbloccati finanziamenti straordinari per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Il 2 aprile il Dipartimento per le pari opportunità ha approvato un iter accelerato per l’erogazione dei 20 milioni di euro previsti per il 2019, già in grave ritardo, che però devono prima passare dalle regioni. “Ad aggi nessuna Regione risulta essersi attivata”, afferma la presidente di D.i.Re. Antonella Veltri. “Inoltre non si tratta di risorse aggiuntive, ma di risorse destinate a fondamentali attività aggiuntive, quali la formazione e l’inserimento lavorativo delle donne, che ora verranno meno”.

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