Boris Johnson ha imposto il lockdown. L’idea di lasciar ammalare tutti è già fallita.

Dopo settimane di reticenza, anche il Regno Unito si è unito a Italia, Francia e Spagna nelle misure di lockdown completo. Lunedì, tramite un discorso alla nazione, il premier Boris Johnson ha imposto ai cittadini di stare in casa, limitare gli assembramenti a un massimo di due persone, non incontrare nessuno che non sia parte del proprio nucleo abitativo e praticare sport all’aperto al massimo una volta al giorno. In generale, ha invitato i britannici a uscire il meno possibile, solo per la spesa e i farmaci. Le forze di polizia saranno fornite nelle prossime ore con i mezzi giurisdizionali per far rispettare l’ordinanza, probabilmente attraverso un decreto di emergenza che è attualmente al vaglio del Parlamento. Intanto, tutti i negozi non essenziali nel Paese sono stati chiusi proprio a partire da lunedì, così come i parcogiochi e le biblioteche. La decisione segue un weekend soleggiato in cui molti britannici si sono concessi una giornata all’aperto, per poi riempire i mezzi pubblici per recarsi a lavoro il lunedì. Fino a venerdì scorso gli unici esercizi a essere chiusi erano i pub, i ristoranti e le palestre.

Attualmente, secondo la mappa della John Hopkins, nel Regno Unito ci sono 6.733 casi conclamati di coronavirus, su un numero di tamponi pari a quasi 84mila. Secondo i numeri del Guardian il trend dei decessi sta seguendo quello italiano, solo con un paio di settimane di ritardo, così come quello dei ricoveri. Questo preoccupa le autorità perché, esattamente come nel resto del mondo, genera un problema di sovraffollamento degli ospedali. Un rischio che ha riconosciuto lo stesso Johnson, che per diverso tempo ha continuato a sottostimare le problematiche legate alla diffusione del coronavirus. L’ex segretario di Stato Jeremy Hunt ha dichiarato che “potrebbe essere troppo tardi per evitare il destino italiano.”

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