In Sicilia si muore di abusivismo. La soluzione del M5S sono gli hotel di lusso.

Negli ultimi giorni, è comparsa una lettera nella cassetta di alcuni abitanti di Bagheria, in provincia di Palermo. Si tratta di un’ordinanza di sgombero, che va a colpire una quarantina di immobili abusivi dislocati a ridosso del fiume Eleuterio. ”Garantire la sicurezza dei cittadini, tutelare dagli eventuali rischi di inondazione presenti sul territorio, migliorare il territorio, affrontare, in sicurezza, le avversità atmosferiche e le allerte meteo con particolare attenzione al fiume,” è lo scopo della misura, approvata in tutta fretta anche alla luce della tragedia di inizio novembre a Casteldaccia, a pochi chilometri da lì.

Il firmatario è Patrizio Cinque, uno dei primi sindaci eletti dal M5S in Sicilia, nel lontano 2014. Una punta di diamante del partito, che ha saputo conquistare la carica di primo cittadino grazie a una campagna elettorale basata proprio sulla lotta all’abusivismo. E che tra interventi alle kermesse nazionali e interviste in tv è diventato un precursore della grande ascesa pentastellata in Italia. “Patrizio Cinque ci piace molto e gode della stima incondizionata del Movimento. Un esempio di come si possa prendere un Comune pieno di debiti e portarlo tra mille difficoltà alla normalità,” diceva un entusiasta Luigi Di Maio negli anni scorsi.

Patrizio Cinque (a sinistra)

Eppure, di recente, qualcosa sembra essersi rotto in questo idillio. Nel 2017 il sindaco si è infatti autosospeso dal Movimento, dopo un’inchiesta che lo ha accusato di turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio. L’indagine riguardava presunte irregolarità nell’affidamento del servizio di raccolta rifiuti a una società locale, oltre che nell’affidamento della gestione del palazzetto dello sport. “Ho deciso di auto-sospendermi dal Movimento 5 Stelle. È così che ritengo debba comportarsi un amministratore. Il Movimento è la mia seconda pelle e non posso permettermi che venga colpito. Quindi che colpiscano me ma lascino in pace il Movimento 5 Stelle,” ha spiegato Cinque. Una scelta lodata da Di Maio: “Credo che questo sia il modo di fare in politica e lui dimostrerà di essere innocente come ha detto.”

Quella dei rifiuti e del palazzetto dello sport non è la sola grana che ha coinvolto il sindaco di Bagheria negli ultimi tempi. Il 23 ottobre scorso è infatti stato rinviato a giudizio, tra le altre cose, per violazione del segreto d’ufficio: avrebbe rivelato al cognato l’esistenza di un procedimento penale avviato sulla sua casa abusiva – una storia in cui spunta anche un’auto-denuncia presentata a nome del suo parente, ma di cui quest’ultimo non sapeva nulla. Queste vicende hanno gettato le prime ombre su un sindaco che, sull’onda della crociata pentastellata contro la speculazione edilizia, aveva messo la lotta all’abusivismo in cima alla propria agenda politica. E invece, dopo la notizia della casa del cognato, è arrivata anche quella ancora più pesante secondo cui la stessa casa del sindaco sarebbe abusiva – oltre a quella di un suo assessore pentastellato. Un pugno nello stomaco per il Movimento dell’onestà, a cui poco dopo ne è stato inflitto un altro. Nelle scorse settimane, in effetti, è scoppiata l’ennesima bufera in paese: ancora una volta c’entrano il sindaco e i suoi consiglieri pentastellati. E ancora una volta si tratta di una storia di abusivismo e profitti istituzionali sulla speculazione edilizia.

Il litorale di Bagheria è un susseguirsi di spiagge, calette, pineti e bei fondali. Un piccolo paradiso, dicono da quelle parti. In mezzo a tutto questo, c’è però un intruso: l’ecomostro costruito negli anni Sessanta proprio a ridosso del mare, quello che era il ristorante “New Orleans” fino a 25 anni fa e oggi versa in stato di abbandono. Un rudere che doveva essere di due piani, a cui poi ne sono stati aggiunti abusivamente altri due. Un mostro da buttare giù al più presto insomma, che viola tanto i vincoli ambientali quanto quelli edilizi.

Eppure il 17 maggio 2017, a due giorni da un’asta con cui sarebbe stata affidata la gestione dell’ecomostro, nasce la “Nuova Poseidonia Srl”, una società con sede a Bagheria (in un edificio abusivo). I soci sono Patrizio Cinque, il sindaco del paese, Caterina Licatini, deputata del M5S e componente della Commissione parlamentare ambiente e territorio, più un architetto e qualche altra persona. Il giorno dell’asta la neonata società presenta l’offerta migliore e si aggiudica il rudere sulla spiaggia per 225mila euro. Negli stessi giorni, il sindaco fa approvare un regolamento (poi cancellato) che salva gli acquirenti di immobili abusivi. E nomina la socia Licatini a presidentessa del Cda della società Amb, azienda a totale partecipazione e controllo del Comune.

Caterina Licatini

“Credo nel rilancio turistico di Bagheria, per questo ho partecipato all’acquisto dell’ecomostro di Aspra,” dichiara Cinque subito dopo essersi aggiudicato l’asta. “So che ci saranno polemiche, ma adesso penso che possa essere un’occasione di sviluppo per la mia città.” Il progetto che ha in mente è quello di un grande resort a cinque stelle, con camere vista mare, sale ricevimento e spiagge private. Come sottolinea la sezione locale del Pd, però, quello di Bagheria “È un ecomostro sul mare da abbattere, uno dei simboli perfetti della distruzione attraverso la cementificazione della costa bagnata dal mare tra Aspra e Mongerbino.” A queste dichiarazioni fa eco l’ex sottosegretario del Pd, Davide Faraone: “L’imprenditore sindaco o il sindaco ormai imprenditore ha stracciato il suo programma, lo trovate ancora sul web. Quattro anni fa, se eletto, avrebbe riqualificato gli ecomostri per scopi di pubblica utilità. Ma dopo quattro anni le cose cambiano, si sa,” spiega. “Invece di riqualificarlo e restituirlo alla società, lo ha comprato come società e la società pentastellata ne farà un albergo, naturalmente a 5 stelle. Al diavolo il bene comune, l’ambiente, la legalità.”

Davide Faraone

Nelle ultime settimane si sono mossi anche i Verdi e Legambiente. Hanno effettuato alcune ispezioni in loco e hanno presentato un esposto in procura. Come spiega il Corriere della Sera, infatti, “La spiaggia di Sarello su cui incombe ciò che resta del vecchio New Orleans è catalogata nella Carta della Pericolosità del Piano di bacino come a ‘elevata pericolosità idrogeologica’.” Il futuro hotel è in una posizione rischiosa, una frana potrebbe travolgerlo. Quella dell’ecomostro pentastellato di Bagheria non è quindi solo una storia di speculazione edilizia e abusivismo, ma anche una vicenda di interessi personali che prevaricano la salvaguardia dell’ambiente e delle persone. Paradossale, per chi proprio in questi giorni sta facendo recapitare lettere di sgombero agli abitanti lungo il fiume Eleuterio, per il rischio idrogeologico dell’area legato all’abusivismo degli immobili.

La vicenda che coinvolge Patrizio Cinque, in piccolo, ricorda molto la parabola nazionale del M5S, il suo movimento. Cresciuto nei consensi al grido di “Onestà! Onestà!” e battaglie per la legalità, pronto a spazzare via il marcio dal Paese, capace poi di tradire i propri pilastri ideologici una volta al potere. Cinque ha conquistato il consenso in una terra deturpata da speculazione edilizia, cementificazione selvaggia e abusivismo, proprio grazie alla sua volontà di cancellare l’illegalità dell’area. Ha scelto di farlo approfittando di questo stesso abusivismo, invece di annientarlo, tradendo i suoi principi originari. Allo stesso modo, negli scorsi anni siamo stati bombardati dai proclami pentastellati a livello nazionale sulla vergogna di quella Repubblica fondata sul condono che è l’Italia. “Basta condoni edilizi”, ci hanno ripetuto fino alla nausea. Eppure sono bastati quattro mesi di governo per cambiare idea. Il maxi-condono sull’isola di Ischia e nel centro Italia, che sfrutta un decreto relativo a Genova, ne è la prova. “Basta bufale! A Ischia non c’è nessun condono,” si è difeso Di Maio, eppure diverse analisi hanno sottolineato che se proprio sulla carta non si volesse usare quel termine, nella pratica è proprio di condono edilizio che si sta parlando. Se la norma venisse effettivamente approvata, sarebbero sanabili edifici che si trovano in zone a rischio idrogeologico e con vincoli paesaggistici e ambientali, sanatorie che nemmeno i condoni del governo Craxi del 1985 e quelli del governo Berlusconi del 1994 e del 2003 permettevano.

Il rapporto tra M5S e abusivismo, comunque, era emerso già prima del decreto Genova. Nell’agosto del 2017, durante il tour di campagna elettorale per le Regionali, il candidato governatore siciliano pentastellato, Giancarlo Cancelleri, parlava di una differenza tra un abusivismo che “Ha invaso le coste oppure insiste in zone di inedificabilità assoluta, e che non è accettabile” e “Un abusivismo di necessità perché non sono stati fatti i piani casa in questa Regione”. Un concetto, quest’ultimo, diventato in pochi giorni un nuovo mantra del Movimento: “Se un giudice dice che un immobile va abbattuto, si fa. Ma non possiamo voltare le spalle a chi ha una casa abusiva perché la politica non ha fatto il suo dovere,” aveva detto Di Maio a giustificazione delle dichiarazioni di Cancelleri. “La prima casa è un diritto, con noi al governo non si potrà pignorare,” aveva aggiunto, forse spinto dal fatto che anche la casa dei suoi genitori di Pomigliano d’Arco è sorta come edificio abusivo ed è stato poi condonato.

In quegli ambienti si iniziò a parlare di un “modello Bagheria”, prendendo a esempio il regolamento “salva abusivi” del sindaco Cinque, poi cancellato per alcune irregolarità. Il Movimento stava dunque modificando l’approccio al tema, già nel 2017, tanto che Claudia Mannino, deputata eletta a Palermo e poi esclusa dal partito, dichiarò che “Il M5S ha cambiato posizione sull’abusivismo edilizio, allineandosi al pensiero di vari sostenitori di una categoria di comodo, talvolta inesistente, che essi definiscono abusivismo di necessità.”

La presa di distanza del M5S dal sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, suona tremendamente ipocrita. Era stato il Movimento a esaltarne l’operato, non più di anno fa, quando l’approccio morbido del sindaco all’abusivismo del paesino palermitano era già emerso tra regolamenti ad hoc e l’acquisto di un ecomostro irregolare per farne un hotel. La successiva auto-sospensione del primo cittadino non cancella il fatto che la giunta del paese – comprese le persone coinvolte nella società che ha acquistato l’ecomostro – siano a oggi ancora legate al Movimento. Bagheria è pentastellata, lo è oggi come lo era ieri. In fin dei conti, poi, il primo cittadino siciliano ha seguito alla lettera il percorso del suo partito. Entrambi hanno condotto per anni una lotta serrata ad abusivismo e speculazione edilizia, fino poi a decidere a sorpresa di chiudere un occhio sul tema, per convenienza. Gli introiti dalla nuova attività alberghiera nel primo caso, i voti degli abusivi nel secondo.

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