Abbiamo il biotestamento, ora avremo una pioggia di obiettori - THE VISION

Fiato alle trombe, rullino i tamburi, si serrino gli schieramenti: è partita l’ennesima crociata. Gli italici Sodati della Croce sono ripartiti lancia in resta contro l’immonda ed empia offesa pagana perpetrata attraverso il DDL S. 2801, diabolica sigla con cui si presenta l’atto del decreto approvato dal Senato con il titolo “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Vade retro, impuro e maledetto disegno di legge.

Insomma ci risiamo: neanche il tempo di pubblicare in Gazzetta ufficiale il DDL approvato definitivamente dal Senato il 14 dicembre, che già i più strenui sostenitori della supremazia della morale cattolica hanno voluto fare la voce grossa. Le prime sommosse si sono registrate in quel di Torino. Il superiore generale dell’istituto di carità della Piccola Casa della Divina Provvidenza – meglio conosciuta con il nome Cottolengo –, don Carmine Arice, ha messo da parte la nota cortesia piemontese e con fermezza degna di Abramo ha sentenziato: “Noi non possiamo eseguire pratiche che vadano contro il Vangelo, pazienza se la possibilità dell’obiezione di coscienza non è prevista dalla legge: è andato sotto processo Marco Cappato che accompagna le persone a fare il suicidio assistito, possiamo andarci anche noi che in un possibile conflitto tra la legge e il Vangelo siamo tenuti a scegliere il Vangelo”. Insomma, ce ne freghiamo di cosa dice la legge, quella scritta, dibattuta e votata, quella che è fondamento di qualsiasi Stato di diritto.

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Don Carmine Arice

Dici vabbè, le Istituzioni dello Stato italiano risponderanno a tono. Ribadiranno la laicità del nostro sistema nonché l’illegalità di un tale comportamento.

Ma i ranghi dei crociati sono compatti. Così prima l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha espresso “apprezzamento” a don Carmine Arice. Poi si è passati all’artiglieria pesante con i due presidenti emeriti della Cei, i cardinali Angelo Bagnasco e Camillo Ruini. Quest’ultimo porporato in particolare ha dichiarato che le norme approvate in Senato in merito alle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e al consenso informato altro non sono che “un modo di procedere un po’ ipocrita, simile a quello usato per legittimare di fatto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, senza chiamarlo matrimonio, ma parlando di unioni civili, che poi di fatto finiscono per avere tutta la sostanza di un matrimonio”. Che tempi oscuri, che sacrilegio.

Forti di cotanto appoggio, hanno alzato gli scudi anche tutti i soldati dei movimenti cattolici estremisti (sinceramente non trovo altro modo per definirli). Prima ancora della votazione finale il leader maximo del Comitato difendiamo i nostri figli e principale promotore di quella manifestazione dal sapore di controriforma conosciuta come Family Day, Massimo Gandolfini, in un discorso alla sala stampa del Senato aveva dichiarato che “l’esercito contrario è potente e agguerrito. Alle prossime elezioni ci ricorderemo chi ha votato questa legge”.

Massimo Gandolfini
Cardinale Angelo Bagnasco

Ed ecco che si apre un tema non da poco, il peso elettorale dei cattolici. Non è un caso che il Movimento per la vita, capitanato dal presidente Gian Luigi Gigli (che è anche deputato di Des-Cd), abbia invitato tutti i “sanitari che non hanno dimenticato il giuramento di Ippocrate” e le “strutture sanitarie che si riconoscono in codici etici rispettosi del diritto alla vita” a praticare “ogni forma di disobbedienza civile” (basta dare una rapida lettura al moderno giuramento di Ippocrate per comprendere l’abuso strumentale che ne fa il deputato Gigli).

Ma all’interno di Montecitorio l’esercito di Dio ha puntato tutto sul devotissimo onorevole Alessandro Pagano. Il deputato siciliano, prima Forza Italia e Popolo delle Libertà poi Ncd e oggi fra le fila della Lega – pensavo che essere della Lega per un siciliano fosse annoverato fra i peccati capitali – si è fatto da tempo conoscere per la sua opera di evangelizzazione, dentro e fuori dal Parlamento. Come quando ha voluto portare in dono una statuetta della Madonna al preside della scuola palermitana che aveva vietato le preghiere nelle classi. “Eliminare le preghiere in classe è totalitarismo Etico”, questo il Pagano pensiero – certo che sentir parlare di totalitarismo etico da chi cerca di imporre la propria religione fa un po’ ridere, dai.

Alessandro Pagano

Durante il QuestionTime sulle Dat del 20 dicembre, l’onorevole Pagano ha deciso di rivolgersi direttamente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e addirittura al Presidente Mattarella. Pagano si è fatto portatore dei benedettissimi appelli dei medici cattolici contrari alla legge sulle Dat e ha parlato di “un’onda crescente di indignazione, di fronte al rischio che si crei una profonda frattura a livello sociale e culturale nel Paese con l’applicazione di questa legge” e quindi il presidente Mattarella “Rinvii la legge alle Camere.”

Ora, l’unica, e dico l’unica, cosa che ci si deve – non può, ma deve – aspettare da un rappresentate delle Istituzioni, nonché ministro del Governo che ha fatto votare la legge, è che tale ministro sottolinei la necessità di agire secondo la Legge. E invece il ministro della Salute ha dichiarato che è sua “intenzione immediatamente dopo la pubblicazione della legge, incontrare i rappresentanti delle strutture sanitarie private cattoliche, per condividere con loro opportune modalità applicative della legge”. Dichiarazioni che suonano come una legittimazione per gli operatori sanitari ad applicare l’obiezione di coscienza sulle Dat appena approvate dal Parlamento. Ha quindi accettato che una parte di cittadini agiscano contro la legge. Sì, perché il DDL sul biotestamento non prevede l’obiezione di coscienza, e chi sceglierà di andare in questa direzione avrà violato la legge.

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Infatti, in ambito sanitario, l’obiezione di coscienza è prevista solo ed esclusivamente per l’interruzione volontaria di gravidanza. Esiste un articolo della legge 194, l’articolo 9, che venne inserito, guarda caso, come cuscinetto di compensazione rispetto alle proteste della Chiesa cattolica. E proprio quell’articolo 9 si è trasformato nel principale responsabile della sostanziale disapplicazione della legge sull’aborto, dal momento che la media nazionale dei medici obiettori è del 70%, con picchi del 90 in regioni come Basilicata, Molise e addirittura nella provincia di Bolzano. Questo è un precedente che non può che spaventare.

Sono una marea i casi di donne costrette a fare il giro degli ospedali prima di trovare un medico non obiettore. Non a caso il ministro ha richiamato proprio la legge sulla Ivg, “rispetto alla quale – ha detto la Lorenzin – ho sempre verificato, nella qualità di ministro della Salute, che sussistesse l’accesso alle pratiche abortive, rispettando il diritto all’obiezione di coscienza”. Ecco, diciamo che non è proprio vero, viste le percentuali sopracitate e l’approccio tenuto dal ministro in occasione di casi come quello dell’Ospedale San Camillo di Roma, che indisse un concorso per ginecologi non obiettori. Situazione, quella, davvero esemplare, perché il capo del dicastero della Salute in quel caso disse che “Non bisogna esprimere pensieri, ma semplicemente rispettare la legge”. Perché non ha ripetuto la stessa cosa anche in questo caso?

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Ma c’è un altro aspetto che rende privo di qualsiasi fondamento il ricorso all’obiezione di coscienza nel caso del biotestamento. Le indicazioni Dat sono omissive – non voglio essere intubato, non voglio essere rianimato. L’unica via del medico per obiettare sarebbe quindi quella di praticare una terapia medica con la forza, contro il volere del paziente. Per un atteggiamento del genere sì, andrebbe applicato un articolo di legge: è il 610 del Codice penale, intitolato “violenza privata”. Si legge: “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a quattro anni.”

Insomma, sostenere che la legge sul biotestamento sia incompleta è del tutto infondato.

Altrettanto infondata, ingiusta e colpevolmente tendenziosa è l’accusa che questa legge apra le porte alle tanto temute pratiche dell’eutanasia e del suicidio assistito – per le quali da canto mio non posso che sperare in una rapida legiferazione.

Sostenere che una legge che impone il consenso informato della persona interessata alle cure, la possibilità di una dichiarazione anticipata di trattamento, di una pianificazione condivisa delle cure e il divieto di ogni forma di accanimento terapeutico, sia eutanasica è inequivocabilmente falso. È l’ennesimo tentativo di utilizzare uno spauracchio per fermare l’entrata in vigore di una norma di civiltà. La stessa cosa è accaduta per esempio con le unioni civili – se accettiamo questo si apriranno le porte alle adozioni per le coppie omosessuali, alla diabolica affermazione delle teorie gender, all’utero in affitto, oddio oddio. In quel caso purtroppo le proteste del mondo cattolico hanno dato vita ad una legge che è un compromesso al ribasso, come evidenziato da più parti.

Dopo anni, anzi decenni, al DDL S. 2801 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” sembra (ricordo che ancora la legge non è stata pubblicata, e in Italia mai dire mai) essere toccata una sorte diversa.

Per fortuna. O, volendo usare un’espressione cara a molti, grazie a dio.

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